"L'abbondanza dei boschi cedui in Italia, il loro prevalere sulle foreste d'alto fusto, è misura della povertà economica e paesaggistica della nostra selvicoltura nel contesto europeo"
Fabio Clauser, Romanzo forestale
Uno dei nostri progetti è di tramutare gran parte dei 25 ettari di bosco ceduo di Montegiusto in foresta d'alto fusto.
Intendiamo realizzarlo malgrado l'ostilità di chi concepisce il bosco come mera risorsa di legname da ardere. "Il bosco d'alto fusto qui non può sopravvivere" ci dicono, "Qui si è sempre fatto del ceduo", e anche "Il bosco se viene tagliato spesso, ricresce meglio. Altrimenti smette di crescere", e poi "Cosa ci guadagnate a tenere un bosco senza tagliarlo?"
A noi queste sembrano opinioni basate sull'ignoranza, ma anche sull'opportunismo di chi cerca di giustificare guadagni veloci e di rapina. Persino il locale Corpo Forestale ha cercato di farci desistere dall'intenzione di vincolare il ceduo per trasformarlo in fustaia: "Poi perderete la possibilità di tagliarlo in tempi brevi", e ancora "Questi terreni non consentono di far crescere alberi per lungo tempo"…la solita tiritera, a cui probabilmente vengono ammaestrate le guardie forestali per favorire lobbies, come quelle delle centrali a biomasse.
E dire che proprio a Montegiusto crescono alcuni esemplari di roverella che sono pluricentenari!
Il bosco, il paesaggio, sono beni collettivi, che abbiamo il dovere di coltivare e lasciare alle generazioni che verranno. Una politica che favorisce il taglio continuo e massiccio dei boschi ci sembra poco lungimirante (come purtroppo accade spesso in Italia) e contraria ai principi di una selvicoltura sostenibile, perché sappiamo che provoca squilibri climatici e idrogeologici, perdita della biodiversità, erosione, impoverimento del suolo, delle acque, della qualità dell'aria.
Va poi anche sfatata la convinzione che coltivare un bosco d'alto fusto non possa essere redditizio. Le grandi querce, i castagni, i larici, gli abeti... da cui si ricavano travature, legname da costruzione o mobilio, siamo ormai costretti a importarli da terre lontane.
Noi, ispirandoci anche agli insegnamenti di Fabio Clauser, persisteremo nel nostro intento.